| Riflessione personale in un momento di solitudine, vissuto in un paese isolato dove era andata ad abitare anni fa.
Sento il vento, vedo il vento che scuote i rami degli alberi. La sua voce è possente, comanda l'aria e la sposta violentemente. E come trasmissione a catena le foglie ondeggiano, a tratti si intrecciano, si incontrano, si abbracciano come in amplessi amorosi. Ho voglia di tempo brutto, ho voglia di tempeste che ci diano la giusta misura della vita. Noi, che ci sentiamo così grandi nel nostro piccolo, noi, così piccoli davanti alla realtà della verità. La verità è natura. La natura mi parla in un linguaggio più chiaro di quello degli uomini, più semplice da ascoltare e da accettare, un linguaggio che voglio sentire nelle mie orecchie sempre, per questo resterò nel mio paese fino a quando vivrò! Ecco, la decisione è presa. Il rumore del vento incute soggezione; a tratti frastorna, a tratti calma l'anima come fosse superiore ad ogni emozione, e le smorzasse. Sono eccitata e felice, sono nel mondo che amo, voglio dialogare con i fiori, le erbe secche, i profumi della terra, solo così il mio linguaggio è appagato. Non ci sono bugie nei gorgoglii dei ruscelli, non c'è meschinità nello scricchiolio delle foglie, non c'è arroganza nello scroscio della pioggia, non c'è furbizia nel profumo della lavanda!
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